La Banca Centrale Italiana Lancia un Nuovo Protocollo DLT per Bitcoin che Rafforza la Riservatezza dei Validatori

La Banca Centrale Italiana ha recentemente abbracciato la tecnologia DLT (Distributed Ledger Technology), presentando un nuovo protocollo di consenso adattabile a Bitcoin (BTC).

Con questo sviluppo, la Banca mira a preservare la riservatezza dei partecipanti autorizzati, denominati validatori, sfruttando le caratteristiche essenziali della DLT.

Il Focus della Banca Centrale Italiana sul Protocollo DLT per Bitcoin

La Banca Centrale Italiana ha condiviso i suoi piani per creare una versione autorizzata di BTC in un documento di ricerca pubblicato martedì. La banca si concentra su Bitcoin, una piattaforma DLT open-source consolidata e ampiamente utilizzata, invece di svilupparne una completamente nuova da zero.

La Banca d’Italia ha sottolineato la Lightning Network come un avanzamento significativo nei pagamenti digitali. Tuttavia, secondo i ricercatori, Bitcoin presenta delle sfide poiché non si adatta bene agli ambienti con permessi.

Negli ambienti senza permessi, dove l’identità dei validatori non è conosciuta, raggiungere il consenso richiede molte risorse. I validatori devono dimostrare la loro integrità attraverso un considerevole uso di potenza computazionale, noto come Proof-of-Work (PoW), o attraverso un significativo investimento finanziario, noto come Proof-of-Stake (PoS).

D’altra parte, negli ambienti con permessi, il consenso può essere raggiunto senza grandi investimenti di risorse. In questi casi, può essere utilizzato il Proof-of-Authority (PoA), dove un gruppo selezionato di validatori noti facilita il processo di consenso. Questo metodo ha ispirato la Banca d’Italia a sviluppare il suo protocollo DLT per Bitcoin.

Esplorazione di Algoritmi Alternativi

Il documento rivela che sono stati introdotti nuovi protocolli di algoritmi per migliorare la sicurezza del registro contabile contro frodi e attacchi e per proteggere la privacy dei validatori. Nello specifico, è stato implementato il protocollo FROSTed Byzantine Fault Tolerance (FBFT) come una versione avanzata del Proof-of-Authority (PoA).

Questo protocollo combina l’algoritmo Practical Byzantine Fault Tolerance (PBFT) con lo schema di firma Flexible Round-Optimized Schnorr Threshold (FROST), una recente innovazione nella crittografia.

Secondo il documento, i ricercatori hanno integrato il protocollo FBFT nel codice di una blockchain simile a Bitcoin, adattandone così il meccanismo di consenso per ambienti con permessi. Hanno inoltre eseguito test di performance sotto vari scenari distribuiti geograficamente.

Inoltre, i ricercatori italiani intendono condurre ulteriori ricerche su Bitcoin e la sua tecnologia. In futuro, esploreranno le reti di canali di pagamento di secondo livello (L2) e la privacy nei pagamenti. Prevedono anche di studiare i pagamenti transfrontalieri e la tokenizzazione degli asset per sistemi di consegna contro pagamento.

L’Esplorazione della Tecnologia Blockchain da Parte delle Banche Centrali

È importante notare che la Banca d’Italia non è la prima banca centrale a lavorare ampiamente con la tecnologia blockchain. Ad esempio, la Banca Popolare Cinese ha creato una blockchain personalizzata basata su Ethereum tramite il suo Istituto di Ricerca sulla Moneta Digitale.

In un recente aggiornamento, abbiamo coperto che la Banca Centrale di Riserva del Perù (BCR) sta esplorando lo sviluppo di una moneta digitale.

La banca si è associata con Viettel Perú, un’azienda specializzata in telecomunicazioni e servizi digitali, per pilotare lo sviluppo.

Situazione Attuale del Bitcoin

Per quanto riguarda il Bitcoin, il principale obiettivo dell’esperimento, la moneta è scesa dello 0,2% nell’ultima giornata e ha quotato a 66.134 dollari. Anche il volume delle operazioni è diminuito del 28% fino a 27 miliardi di dollari.

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